Il borgo fantasma di Pentadattilo
Il mio girovagare mia ha portato n giorno in questo posto surreale. Una roccia dalla forma di una ciclopica mano a cinque dita (dal greco Pènta-dàktylos, punto cinque dita). Alle sue pendici si aggrappa il paese di Pentedattilo.
Sfortunatamente alcune parti della montagna sono crollate ed essa non presenta più tutte e cinque le “dita”, ma rimane comunque un posto affascinante e pieno di mistero, uno dei centri più caratteristici dell’Area Grecanica.
Un paese fantasma abitato da qualche persona che proprio recentemente ha visto riaprire un piccolo ristorante e giusta qualche bottega.
Gli abitanti migrarono più verso valle anni prima formando un nuovo piccolo centro da dove è possibile osservare la maestosità di questa roccia.
Con gli amici Stefano, Mosè, Domenico e Saverio eravamo giunti per il tramonto, si prevedeva un’ottima situazione, quindi eravamo in zona con molto anticipo e questo ci ha permesso di cercare nuovi spunti, fare il giro di tutto il borgo e portare a casa ottime fotografie.
Sono tante le leggende che si sentono in terra Calabrese, ogni luogo ha una sua storia ed un’atmosfera particolare.
Ne è l’esempio la Rocca del Drago (e qui subentra la mia innata passione per i miti e le leggende, nonché per Il Trono di Spade.)
La leggenda narra che la Rocca fosse la dimora, appunto, di un drago, custode di un tesoro, che passava il tempo a terrorizzare gli abitanti della zona: ogni volta che aveva fame se la gente non lo accontentava, dava ordine di portare i bambini al suo cospetto per poi divorarli! Poco più avanti, ovviamente, le Caldaie del latte fungevano da serbatoi da dove gli abitanti prelevavano il nutrimento da offrire al mostro affinché smettesse di cibarsi dei fanciulli e di agitarsi causando veri e propri disastri. Difatti, secondo un’altra versione, il drago quando era nervoso scuoteva, con i suoi movimenti, la terra provocando frane e alluvioni.
Fu l’intervento di un frate di un convento vicino a tenerlo buono per un periodo. Ogni giorno egli si recava dal drago e lo distraeva con una conversazione lasciando così tranquilla la gente del luogo. Ma quando il frate morì il drago tornò alle sue vecchie abitudini. E gli abitanti piagati dalla violenza e dai continui smottamenti abbandonarono il paese. Si narra che il drago sia ancora lì, nella sua minacciosa Rocca, che guarda bramoso le vicine caldaie senza poterle raggiungere ed è sempre più triste perché non ha nessuno con cui parlare.
Il borgo fantasma di Pentadattilo è dunque uno straordinario scenario che bisogna assolutamente vedere.
Qui la leggenda del cavaliere prende forma…
“Secondo un’altra leggenda esisterebbe, invece, un tesoro, frutto delle diverse ricchezze accumulate dalle popolazioni che nella storia occuparono il paese, nascosto dagli Abenavoli, vecchi proprietari del feudo di Pentidattilo, proprio al centro della montagna. Pare che dopo il tragico conflitto tra le due famiglie di questa immensa ricchezza si persero le tracce. Fin quando, un giorno, un fantasma svelò a un cavaliere di passaggio che se fosse riuscito a fare cinque giri intorno alle dita della montagna, che allora erano perfettamente allineate, su un piede solo, questa si sarebbe aperta facendo riemergere il tesoro. La notizia si diffuse velocemente e in molti azzardarono l’impresa, ma invano. Un dì un cavaliere giunto appositamente dalla Sicilia riuscì a compiere ben quattro giri attorno alla mano, e la montagna cominciò ad aprirsi, ma al compimento del quinto passaggio, quello riferibile al dito mignolo, un intero costone della mano crollò sul cavaliere, uccidendolo. Anche questi avvenimenti contribuirono a far definire Pentidattilo come un luogo maledetto. Ed ancora oggi, nelle notti rischiarate dalla luce argentea della luna, la gente giura di udire dei lugubri lamenti provenire dall’alto della montagna: sono i morti che dall’aldilà chiedono di essere vendicati.”
